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Pubblicata il 27/04/2018

Tempio - Il reparto Ginecologia non riapre, l'Asl impugna l'ordinanza: con il Sindaco Biancareddu è scontro istituzionale con strascichi giudiziari

 

Tempio - E' scontro istituzionale destinato ad avere uno strascico giudiziario quello che vede al centro la chiusura del reparto di Ginecologia ed Ostetricia dell’ospedale “Paolo Dettori”. Un braccio di ferro tra il Sindaco Andrea Biancareddu e l’Ats Sardegna che di fronte all’azione del Primo cittadino, la disposizione con ordinanza di riattivare immediatamente il reparto di Ginecologia ed Ostetricia, ha deciso di rispondere con l’impugnazione della stessa davanti al Tar. Il reparto, nonostante l'ordine del Sindaco, nella sua veste di autorità sanitaria locale, non verrà per il momento riaperto. “Ci troviamo di fronte ad un fatto gravissimo che sta penalizzando il nostro territorio e mettendo a rischio il diritto alla salute dei cittadini. Invece di fare la cosa più semplice, trovare i medici per sostituire il personale in malattia e riattivare un fondamentale servizio, l'Asl riesce invece a trovare il tempo per conferire un incarico legale per richiedere al Tar una sospensiva dell'ordinanza, fare ordini di servizio per trasferire infermieri e scrivere note e comunicati stampa per giustificare l'ingiustificabile innescando uno scontro tra istituzioni senza precedenti”. Sono queste le parole del Sindaco Andrea Biancareddu che non arretra di un passo. “Il punto nascite è un servizio fondamentale e anche la sola temporanea chiusura è inaccettabile”. Stamattina la Polizia locale si è recata in reparto per verificare la situazione che è rimasta tale e quale. Il mancato rispetto dell'ordinanza di un'autorità, messo nero su bianco nel verbale redatto dagli agenti, è stato notificato al Direttore sanitario del presidio di Tempio Dott.ssa Giovanna Gregu ed è destinato a finire in Procura per l'accertamento di eventuali responsabilità. “L'Asl” rincara il Sindaco “invece di dedicarsi alla risoluzione del problema da tempo segnalato e trovare in tutta la regione due medici evitando la chiusura di un reparto ha preferito dedicare il suo tempo a contrastare la mia azione e difendere e giustificare una decisione nefasta per il territorio che mette a rischio non solo la salute ma anche la serenità di chi in questo momento dovrebbe vivere un momento felice. Invece di fare l'ordine di servizio a medici che non si sono resi disponibili a venire a Tempio hanno preferito farlo al personale che lavora in reparto per dirottarlo altrove e spendere tempo e soldi per impugnare l'ordinanza di un'autorità che chiede una cosa sacrosanta: la riapertura di un fondamentale presidio sanitario. Purtroppo la verità è che io non credo più alle scuse della Ats Sardegna. Quello che non è stato cancellato sulla carta, lo si vuole boicottare con strategie poco corrette che non tengono in considerazione diritti primari, la salute e l'uguaglianza dei cittadini”.

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Redazione C48