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Pubblicata il 11/09/2023

Tempio - I ciclisti locali: Parapinta è troppo pericoloso. Non ci passa più nessuno. Si devia su Nuchis o ZIR da e verso Olbia

 

Di: Redazione

Il circondario di Tempio, Luras, Calangianus e Aggius conta all'attivo una cinquantina di ciclisti che praticano regolarmente questo sport, tra le strade e gli sterrati dell'Alta Gallura. Tra i percorsi più battuti ci sono: la Tempio-Oschiri; la SS133 per Luogosanto; la SS127 in direzione Telti, più l'ex ferrovia Calangianus - Monti.

Tra i ciclisti locali, ormai si è diffusa l'abitudine consolidata, di non passare più per il lungo rettilineo di Parapinta che parte dal bivio per la zona industriale, ed arriva fino ai pressi della Chiesetta di San Leonardo. Trattasi di un rettilineo di 1500 metri, lungo il quale vige un divieto di sorpasso, puntualmente ignorato dagli automobilisti.

Il rettilineo in questione l'hanno imparato ad odiare tutti i ciclisti del circondario, compreso Maurizio Savigni scrittore per questo blog ed anch'egli ciclista. E' troppo pericoloso: le auto passano ad una velocità troppo sostenuta, spesso superiore ad 80-100 chilometri orari; inoltre diventa pericoloso nelle ore di uscita serali. Chi sale da Calangianus a Tempio, rischia di essere investito perchè le auto hanno il sole in faccia; chi scende da Tempio a Calangianus rischia lo stesso di essere investito da auto che spesso sorpassano col sole in faccia (nonostante il divieto di sorpasso) dopo le 18, e non vedono i ciclisti sulla corsia opposta. (Episodio analogo capitato a Maurizio un mese fa.) 

Dopo gli appelli e le lamentele varie, tra ciclisti ci si capisce e ci si organizza per tutelare se stessi. Ormai tutti, hanno preso l'abitudine consolidata, di passare per Nuchis o per la zona industriale, per salire o scendere a/da Tempio. Trattasi di due strade poco trafficate e molto più sicure di quei 1500 metri di Parapinta. Si perdono tra i 10 e i 20 minuti in più, perchè la strada è più lunga di 3.86 chilometri da Nuchis e di 7.42 chilometri passando per la zona industriale e "montagna" dalla SP392, ma se lo si fa per la sicurezza personale, è tutto di guadagnato. 

Se la sicurezza non va dai ciclisti, i ciclisti vanno dalla sicurezza a modo loro, come in questo caso. (Foto from: GoogleMaps/streetview)

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Redazione C48