Tempio: scrivo da studente, perchè nel liceo Dettori di Tempio studio e quello che sta accadendo questi giorni, non passa di certo inosservato. Questi giorni fuori fa freddo, e la scuola dovrebbe rappresentare un luogo in cui si studia e si passa la giornata non dico al caldo, ma almeno con una temperatura discreta. Questi giorni non sta succedendo così, nonostante i termosifoni accesi ( che vengono spenti anche molto prima della fine dell'ora ), gli studenti o Noi studenti con i docenti viviamo con freddo e cappotti; in alcuni casi c'è chi si porta la coperta. Sta accadendo spesso, il fatto che tutte le classi di tutti i licei ( del Dettori e del Ferracciu-Pes ), sospendono le lezioni ed escono prima, in genere alle 11.30. Ma vediamo cosa dice la legge: La legge (D.P.R. n° 74/2013) fissa a 20°C il tetto massimo della temperatura dell'aria all'interno di abitazioni, scuole e uffici. Questa cifra nasce dalla media ponderata della temperatura misurata nei singoli ambienti riscaldati e prevede una tolleranza di +2°C. Questa soglia di 20° con la tolleranza di +-2° nei licei, nei correnti giorni non è rispettata. Le misurazioni indicano dai 13 ai 15 gradi ( addirittura solo 9° in 5a linguistico al Liceo Dettori ), quindi fuori dai parametri di legge. ( La situazione è pressochè invariata anche in altri plessi scolastici della città, come ad esempio al Liceo Artistico Fabrizio de Andrè e nella Scuola Elementare di San Giuseppe ). Questa è la motivazione per la quale, i dirigenti sono costretti (o lo sono stati) a farci uscire prima da scuola, compromettendo il regolare svolgimento delle lezioni. Ovviamente la situazione non è accettabile. Io mi auspico che si trovino soluzioni valide, per trascorrere una giornata di scuola in un modo pressochè accettabile e non per rimanere tutte le 5/6 ore tremando dal freddo. Ed ovviamente dai piani alti ( il governo ), le promesse erano di una scuola migliore ed il più efficiente possibile. Non esprimo vicinanza a questa idea, nè tantomeno convinzione. Verba volant et scripta manent, i verbi delle alte cariche politiche volano con l'auspicio di convincere, ma se poi i fatti non sussistono, è un fallimento.
Scritto da: Maurizio Savigni