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Pubblicata il 03/03/2020

FARI ACCESI di giorno, tre milioni di tonnellate di diossido di carbonio annue.

 

Solo in Italia, fari accesi di giorno! nel paese del sole; piu che ridere viene da piangere.
Approssimando tutto per difetto che con i fari accesi di giorno, il consumo annuo di carburante in più è di 41 litri per ogni veicolo 
(con un incremento percentuale che oscilla fra il 2,7 e il 4,1).
In sostanza questo e' dovuto all’aumento dell’energia necessaria all’alternatore per permettere alle luci di funzionare nelle ore diurne. 
Se si considera che gli automezzi in circolazione a fine 2015 erano circa 37,5 milioni (e calcolando gli autocarri come automobili, anche se i primi sono ovviamente più pesanti, hanno distanze medie di percorrenza ben più lunghe e molte più luci di posizione da accendere), l’incremento complessivo dei consumi oscilla intorno a 1 miliardo e 500 milioni di litri di carburante.
Ciò comporta anche un aumento delle emissioni di diossido di carbonio di circa tre milioni di tonnellate annue; altro che ecologia!
Questo dimostra quanto le teste di legno, i geni, che mandiamo al governo, tengano alla nostra salute.
Ma perché tutto questo?  .. sempre approssimando per difetto, si calcola quanto le tasse incidano su questi enormi consumi di carburante in più, l’erario con questa astuta mossa ha incrementato annualmente i suoi incassi di circa 1 miliardo di euro.
I governi che si sono avvicendati negli ultimi anni PERCHE' non hanno abrogato questa insensatezza? 
Se l’ambiente piange, il governo cieco e sordo ride!  alla faccia dei protocolli di Kyoto e soprattutto,della nostra salute e delle nostre tasche che vanno in rovina.
Ma per dirla tutta, fa' anche ridere vedere come gli italiani siano diventati all’improvviso così rispettosi delle regole, tutti ben disciplinati con le luci accese, peccato che in moltissimi casi, questi stessi automobilisti timorosi delle multe e punti patente
viaggino spesso superando la mezzeria (ormai una moda) rischiando un frontale o a velocità ben superiori ai limiti consentiti.

C 48 Mario Savigni