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Pubblicata il 30/06/2022

Ed ora sputano i NoSiccità: la nuova mutazione del complottismo

 

Scritto da: Maurizio Savigni 

Durante i primi due anni della pandemia, abbiamo assistito ad un tripudio di movimenti negazionisti. Sarà finita, direte voi? Anche no.Spuntano ora, i NoSiccità. La nuova spirale negazionista, che sfornano i social network, sempre più teatro di radicalizzazione del pensiero attraverso echo chambers e filtering bubble. In particolare, Facebook si mostra come il social teatro di un dilagare divampante dell'ignoranza. Negli ultimi 2 anni le abbiamo viste di tutti i colori. Prima i NoCovid, i NoBergamo (i negazionisti delle bare di Bergamo con i camion dell'esercito); i NoMask. Poi si sono evoluti in NoVax e No Green Pass. A febbraio, con l'avvento della guerra in Ucraina, è arrivata la mutazione in NoWar (negazionisti della guerra e pro Putin, naturalmente). Infine, oggi, sono mutati ancora (peggio del Covid) in NoSiccità. Sono loro, quelli che una volta erano i bastian contrari che si incontravano nei bar, nei tzilleri. Sono loro: i personaggi solitari, che avevano tutta una loro opinione, tutta una loro scienza (infusa, direi in dialetto) pronti ad aver da ridire su tutto e tutti, affermando sempre il contrario della realtà, esponendo argomentazioni prive di fondamento e di dati veritieri a supporto. Una volta affollavano i tzilleri, oggi affollano i social network di ignoranza e di radicalizzazione, contaminando gli altri e creando delle vere e proprie camere dell'eco. Verrebbe da chiedersi quale senso abbia usare i social network, vista la deriva estremista a cui siamo esposti. Da una parte abbiamo il mondo dei quotidiani e dei mass media, che non fa più informazione in modo coerente e trasparente, ma si è venduto ad articoli sempre più frivoli, acchiappaclick e di disinformazione, giusto per avere qualche introito economico in più, visto che nessuno legge più i quotidiani (e gli stipendi a giornalisti e fotografi vanno pagati). Dall'altro abbiamo milioni di persone (in Italia) che hanno in mano uno strumento (il web) e non hanno nè la percezione dei potenziali rischi, nè la reale percezione della propria attività a quali conseguenze possa portare. Il web pare sia inteso come uno spazio pubblico dove poter vomitare liberamente qualsiasi cosa; un posto senza legge, dove non esistono reati. All'inizio, quando gli utenti erano milioni, il web era un luogo virtuale di coscienza e consapevolezza. Il suo espandersi a miliardi di utenti, ha si avvicinato le persone, connettendole al resto del mondo, ma le ha esposte e le sta esponendo inevitabilmente. Quel che prode, è che le grandi aziende come Google, Meta, Telegram, non stiano muovendo un dito contro la disinformazione, l'estremismo e l'odio che pullula sul web.La libertà di parola è preziosa; il dissenso va rispettato, ma la disinformazione e la radicalizzazione vanno combattute e censurate se necessario.

Non si può tollerare che nel 2022, ci siano negazionisti di tematiche come il riscaldamento globale o altre tematiche, quando il 99.999% degli scienziati afferma l'esistenza di ciò, e che tali negazionisti abbiano il lasciapassare a diffondere le loro miscredenze. Diffondere falsità dovrebbe essere considerato reato e punito. Avete presente le voci di paese che spesso circolano false, atte a diffamare e ammerdare persone o famiglie? E bene: la disinformazione con le notizie e gli argomenti di scienze, ha la stessa gravità. Sarebbe ora che i giganti della Silicon Valley, inizino a regolamentare la diffusione incontrollata di fake news e a contrastare fenomeni come camere dell'eco (echo chambers) e filtering bubble.

News48.

Redazione C48