WhatsApp
Pubblicata il 06/04/2017

Acqua - Tempio Pausania la seconda città con maggiori perdite idriche d'acqua con il 68,60%, in testa Frosinone. Maglia nera anche per Iglesias, Cagliari, Sassari, Nuoro e Olbia

 

Acqua: nelle ultime ricerche infografiche dell'ISTAT, sono venuti in rilievo i dati sull'acqua, specialmente sulla dispersione idrica in Italia. L'acqua viene sprecata al 38% mediamente nei capoluoghi di provincia italiani, e si perdono circa 50 metri cubi ogni chilometro di tubazione. Ma torniamo a noi.. dove si manifestano più problemi? Ebbene si il sud italia è bersagliato dai buchi neri e dalla dispersione idrica. In testa alla classifica vi è Frosinone, con una perdita del 71,9% dell'acqua immessa nella rete idrica, seconda troviamo Tempio Pausania, in Gallura con il 68,60%. Parliamo di Tempio e della Gallura... Non è un caso, vista la rete colabrodo di Abbanoa, che pensa solo ad offuscare i fatti reali e a nascondere le verità che l'acqua a Tempio, da più di un anno non è più potabile. Ciò nonostante i cittadini la usano tutt'oggi. E' un bel paradosso. Riparazioni continue, fornitura interrotta tantissime volte ogni anno, e tutto perchè? Perchè nelle condutture idriche che attraversa il Limbara fino ad arrivare in città, spesso vi sono forature dei tubi arruginiti e quindi bisogna ripararle. A volte le riparazioni sono effettuate in luoghi impervi e anche con metodi poco duraturi. Anche in città le condutture non scherzano con l'età ed ogni tanto si forano. Tutto deriva da un'incapacità di gestione dell'ente Abbanoa, che aumenta anche il costo non potabilizzando l'acqua. Le reti idriche sono al collasso, vecchissime, arruginite e si bucano per poco. Un semplice rattoppo non basta più, bisogna sostituire chilometri di vecchi tubi. I soldi non ci sono, ma i disagi aumentano. Il malcontento dei cittadini è evidente, ma per ora la luce in fondo al tunnel sembra essere molto lontana. Maglia nera della dispersione idrica anche per altre città sarde come Cagliari, Nuoro, Olbia e Sassari

News48

Scritto da: Maurizio Savigni